Devi sapere che io e i feedback non siamo mai andati molto d’accordo. Direi proprio per niente!

E quando mi dicevano che i feedback sono importanti per migliorare la qualità del lavoro, le relazioni e la fiducia, ero molto scettica (ma scettica io lo sono di natura).

Alla fine mi sono resa conto che il mio scetticismo non derivava dal feedback in sé, ma da come mi era stato dato fino a quel momento.

 

Ma perchè ero così scettica?

Se potessi vedere il mio ufficio in questo momento, vedresti che ho riempito una lavagna e una serie di post-it per ragionarci bene.

Alla fine sono giunta alla conclusione che, per quanto sia chiaro a tutti ormai che il feedback vada dato senza giudizio sulla persona (ma io direi senza giudizio in generale), non sono convinta che questo concetto sia davvero sedimentato in noi.

 

Quindi mi sono chiesta: che cosa mi fa accettare un feedback (e non me lo fa percepire come una critica), e che cosa invece mi fa diventare rigida e alzare barriere?

La risposta che mi sono data è che dipende dal modo, dalle intenzioni e dal mio stato d’animo, ma anche da quanto quella persona di solito mi fa percepire di aver notato i miei successi.

 

Ecco, io sono profondamente convinta che questo faccia la differenza: festeggiare i successi e combattere la nostra propensione a notare di più le cose negative.

 

Questo non significa che i feedback costruttivi debbano essere di meno, ma semplicemente che vale la pena aumentare il numero di feedback positivi che diamo.

Perchè vale la pena?

Perchè questi migliorano la relazione, aumentano la fiducia e il senso di significatività.

 

Lo sapevi che secondo una ricerca di Gallup

solo il 26% dei feedback dati viene considerato utile da chi lo ha ricevuto?

 

E che incoraggiare i propri collaboratori a dare feedback aumenta l’ansia e la paura legate al feedback stesso? Molto più efficace risulta essere la richiesta di ricevere un feedback.

 

(L’articolo da cui ho preso questi dati lo trovi nei link)

 

 

MA IL FEEDBACK PERFETTO ESISTE?

A mio parere, no. 

Non penso che esista la ricetta del feedback perfetto, come non esiste quella del ragù perfetto (anche se il mio dicono che ci si avvicini) ci sono troppi fattori specifici, primo tra tutti il fatto che davanti abbiamo una persona che è unica e che per migliorare ha bisogno di qualcosa che le si adatti.

Si sente spesso parlare del “feedback a panino”, ma non penso che esista una “tecnica” unica, rimane sempre qualcosa di difficile da dire.

Difficile ma non impossibile!

Quindi mi sono messa a studiare e…

niente. Non ho trovato nulla che mi soddisfacesse al 100% (io e il mio perfezionismo…), quindi ho deciso di raccogliere quelli che per me sono gli spunti più interessanti!

HAPPY LINKS

📰  Un articolo sull’importanza di creare una cultura del feedback

 

📽️ The secret to giving  great feedback – un breve Ted Talk sul feedback

 

📰 The most effective feedback is the kind you ask for – l’articolo di Gallup su quanto sia importante chiedere feedback, da cui ho preso i dati 

NUOVE SFIDE

Riflettendo sull’argomento mi sono chiesta come poter migliorare sia nel dare feedback che nel riceverli.

La mia conclusione è che è fondamentale lavorare sull’accettazione dell’errore da un lato e sul riconoscimento dall’altro.

Per fare questo ti consiglio di prenderti un attimo per riflettere a 3 errori che hai commesso nell’ultimo anno, trovando per ognuno di essi un risvolto positivo, qualcosa che ti ha permesso di crescere e di migliorare.

 

Sempre su questo tema, mi sento di consigliarti il libro di Francesca Corrado “Il fallimento è rivoluzione”.

 

E per te, qual è la ricetta del feedback perfetto?

 

Un abbraccio,

Lucia

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